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YOU 2 | Recensione

Joe Goldberg si trasferisce da New York a Los Angeles. Un cambiamento necessario visto che appena sembrava essere tornata un pò di tranquillità nella vita di Joe dopo l'omicidio di Back, una sua vecchia fiamma torna letteralmente dell'altre tomba per vendicarsi.

Ma i problemi – si sa – riescono sempre a trovarti. Perciò anche quando atterra a Los Angeles e cerca di adeguarsi alla nuova atmosfera così diversa da quella di New York sarà tormentato dal passato. Al suo fianco c’è la donna che ama, ma costruire un futuro privo di ombre sarà molto complicato. Le tensioni si accumulano, i fantasmi di un tempo lo perseguitano e Joe sembra condannato a rivivere di nuovo la stessa storia.

Genere: Drammatico

Ideatore: Greg Berlanti, Sera Gamble

Attori: Penn Badgley, Ambyr Childers, Victoria Pedretti, Jenna Ortega, James Scully, Carmela Zumbado, Elizabeth Lail, Zach Cherry, Shay Mitchell

Anno: 2018 (1° stagione)

Paese: USA

Produzione: Warner Bros. Television

Durata: 45 min

Stato: In Lavorazione (3° stagione)

Recensione:

Data di uscita in Italia 🗓️: 26 dicembre 2019

Voto: 7.5/10

Genere📽️: Thriller, psicologico

Pro🔝: Dopo il successo della prima stagione e il rinnovo per una seconda, e già preannunciata, terza stagione,

il colosso dello streaming Netlix porta ai suoi abbonati un prodotto qualitativamente migliore della stagione

precedente.

Primo tra tutti, emerge un ottimo lavoro di scrittura introspettiva e psicologica dei personaggi, questa volta

con un’ attenzione non indifferente ai personaggi secondari e a un ulteriore approfondimento della psiche

di Joe, che non viene più solo rappresentato come uno stalker ossessivo, ma come un ragazzo che cerca di

staccarsi dalla sua infanzia traumatica (di cui ne veniamo a conoscenza mai direttamente, ma grazie a un

uso sapiente di flashback) e prova, disperatamente, a essere un uomo migliore.

Ma come tutti sappiamo, le brutte abitudini sono dure a morire e la tossicità di Joe farà ricadere nel suo

vortice tante, questa volta troppe, persone.

Nel corso dei dieci episodi vediamo entrare nella vita di Joe\Will diversi personaggi: Delilah, sua sorella Elly,

Candace letteralmente tornata dal sottoterra, Will e ultimi, non certo per importanza, i fratelli Love e Forty.

Will rappresenta il punto di svolta nella crescita, in senso buono, di Joe. È l’unico che riesce a scappare dalla

gabbia, fisica e psicologica, del protagonista. Tra i due si instaura un rapporto di amicizia dettato

dall’instabilità e sensibilità malata dei due. Will non giudica Joe ma cerca piuttosto di capirlo, senza

giudicare le sue azioni ma credendolo anzi, un bravo ragazzo.

Delilah rappresenta invece la giustizia, caratterizzata da una forte indole femminista (a volte forse un po’

troppo ricalcata) e curiosità tipica di chi svolge il mestiere del giornalista, cerca di arrivare in ogni modo alla

verità e proteggere i più deboli, prima tra tutti, la sua sorellina Elly. Elly, malgrado la sua giovanissima età,

riesce subito ad assettarsi all’interno della narrazione, rendendosi un personaggio interessante che

rappresenta l’ingenuità e leggerezza di cui la narrazione necessitava.

Interessante come questi due personaggi, denotati da aspetti prevalentemente positivi saranno quelli che

avranno risolvi più oscuri e ingiusti, come se per riuscire a sopravvivere, sia necessario invece avere una

connotazione negativa.

Dopo la comprensione di Will, la giustizia di Delilah e la leggerezza di Elly abbiamo il potere della famiglia

Quinn, unito però anche alla malattia interiore che li unisce a Joe e la forza motrice di tutta la storia:

l’amore, rappresentato, neanche a dirlo, da Love.

Difficile parlare di questo complesso personaggio senza spoiler eccessivi, ma possiamo di certo

rappresentarla come amore a tutto tondo: non solo l’amore dolce e da farfalle nello stomaco, ma quello

tossico e malato, viscerale e violento.

Forty, gemello di Love, impersonifica la dipendenza: da sostanze stupefacenti, da alcool, da fama, da

creatività e ovviamente, dall’amore. La sua dipendenza più forte e distruttiva è appunto rappresentata dal

suo desiderio di amare ed essere amato, che sia da una donna, da sua sorella, da sua madre o da una

manager o da un pubblico pagante, poco importa.

Lasciando da parte questo complesso, e ben riuscito, innesco di personaggi, è doverosa una menzione

d’onore alle performance recitative del cast che riescono a non cadere mai nel banale.

Apprezzati anche alcuni riferimenti alla cultura cinematografica (prevalentemente pervenuti da Elly) e

quella letteraria (come Delitto e Castigo di Dostevskij) e alcune sottili citazioni e criticismi alla cultura

popolare, dal “Me too” a quell’adorabile scena in cui Joe si ritrova di notte alla cucina del Anavrin che

ricorda tanto la sigla iniziale di un ben noto serial killer del piccolo schermo: Dexter Morgan.

Contro❌: la sceneggiatura, che come abbiamo già sottoscritto mette in risalto i personaggi secondari, cala

invece sotto un aspetto puramente narrativo, con alcuni svolgimenti confusionari e lasciati al caso.

Candace inoltre rappresenta, tra tutti, il personaggio più necessario ma narrativamente più debole: i suoi

tentativi di rendere la vita di Joe impossibile risultano vani e, malgrado sia effettivamente una vittima e non

una carnefice, risulta quasi fastidiosa agli occhi dello spettatore che non riesce a fare il tifo per lei; confusa,

ferita, ma buona di cuore, non riesce a emergere all’interno della narrazione, forse per la sua troppa

ingenuità e per la sua cieca voglia di vendetta. Anche in lei, come in Joe, troviamo una sorta di

giustificazionismo che pervade il suo modo di agire; se Joe giustifica le sue azioni come dettate dall’amore e

dal bisogno di proteggere chi ne ha bisogno, Candace riprende la stessa logica di pensiero e giustifica il suo

essere ossessiva come un’azione buona e pura per salvare Forty e sua sorella, ma la sua incapacità di

distacco emotivo dalla situazione la porterà al fallimento. Joe al contrario, come un buon psicopatico, riesce

a mantenere una certa freddezza d’animo e lucidità anche nelle situazioni di pericolo.


Recensione a cura di Linda Giulio.


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