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The lighthouse | Recensione

Verso la fine dell'XIX secolo, un uomo di nome Ephraim Winslow si reca su un'isola remota al largo delle coste del New England per lavorare un mese come guardiano del faro, sotto la supervisione dell'anziano e irascibile custode, Thomas Wake.



Genere:Horror

Anno:2019

Regia:Robert Eggers

Attori:Robert Pattinson, Willem Dafoe

Paese:Canada, USA

Durata:110 min

Sceneggiatura:Max Eggers, Robert Eggers

Fotografia:Jarin Blaschke

Montaggio:Louise Ford

Musiche:Mark Korven

Produzione:A24, New Regency, RT Features



Recensione:

Data di uscita in Italia 🗓️: 18 ottobre 2019 (Stati Uniti)

Voto: 8/10

Genere📽: horror

Pro🔝: Dopo il successo di critica del suo film d'esordio The Witch (2015), Robert Eggers scrive e dirige l'horror The Lighthouse.

Proprio come il suo precedente lavoro, Eggers mette in scena un sapiente gioco di intrecci tra la realtà e il mito: se per The Witch si rivolgeva a una dimensione folkloristica, in The Lighthouse si affaccia al complesso mondo della mitologia greca. 

La fotografia, per altro nominata agli ultimi Academy Awards, è nuovamente nelle sapienti mani di Jarin Blaschke che si sofferma sulla continua sensazione di claustrofobia, che non lascia mai lo spettatore; la scelta del 35 mm e del bianco e nero ci riporta a una sorta di primordiale terrore cinematografico, che richiama l'impressionismo tedesco degli anni '20, e il rapporto 5:4 ci offre una visione estremamente limitata e ancora una volta claustrofobica.

Le interpretazioni di Robert Pattison e Willian Defoe non solo risultano ottime e coinvolgenti ma riescono, col susseguirsi delle vicende, a costruire un ulteriore dialogo fra loro, che va al di là della caratterizzazione "umana" del loro personaggio, ma che piuttosto si affaccia alla dimensione mitologica di cui parlavamo. Defoe, con le sue espressioni teatrali e sembianze quasi demoniache, si presenta come Proteo, mostruosa creatura del mare, figlio di Poseidone e protettore dell'isola di Faro e Pattison, che invece opta per una recitazione più minimalista, ma comunque curata nei minimi dettagli, in cui si identifica come Prometeo che perde gradualmente la sua ragione.

La regia di Eggers, tecnicamente e stilisticamente superiore alla sua opera prima, confeziona alla perfezione tutto l'aspetto estetico e la linea misteriosa\mitologica della recitazione con primi piani espressivi e inquadrature simboliche, mai lasciate al caso. 

La sceneggiatura presenta un'intelligente costruzione dei dialoghi che, apparentemente, mirano a creare un rapporto tra i due uomini ma che, realisticamente, hanno lo scopo di scavare nelle loro viscere, soprattutto nei momenti dell'euforico stato d'ebrezza, in cui i due rivelano le loro identità ma tenendo alto il livello di confusione e pazzia della situazione che stanno vivendo.

Alcune tecniche narrative e rappresentative inoltre, fanno riferimento alla cultura letteraria di Lovercraft e di Edgar Allan Poe, di cui il suo romanzo Il Faro, ha dato l'idea ai fratelli Eggers per la stesura del soggetto. 

Contro❌: Come lo era stato parzialmente anche per The Witch, il ritmo narrativo non sempre riesce a coinvolgere lo spettatore. In particolar modo se affiancato al gioco della natura umana\mitologica e in generale al difficile simbolismo del film, i tempi di narrazione più che aiutare nella creazione di pathos, diventano un elemento di confusione che potrebbe allontanare lo spettatore dalla dimensione di terrore e di immedesimazione della pellicola.

In conclusione, The Lighthouse stupisce in primis visivamente grazie alla fotografia e alle performance dei suoi attori che sono di certo destinate a essere ricordate, e la regia di Robert Eggers risulta ancora una volta convincente e vincente, confermandosi come un regia (e sceneggiatore) da tener d'occhio mentre aspettiamo con grande curiosità il suo prossimo lavoro.

Recensione a cura di Linda Giulio

Grafica a cura di Giulia Federici


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