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Civil War - Recensione: la violenza dietro a uno scatto

Aggiornamento: 22 apr

Civil War, la pellicola più costosa prodotta da A24 è un progetto molto ambizioso e dalle grandi pretese, riuscendo a rispettare quasi completamente le aspettative e risultando un prodotto ben fatto, anche se con qualche riserva.


Regia: Alex Garland

Sceneggiatura: Alex Garland

Interpreti: Cailee Spaeny, Kirsten Dunst, Wagner Moura, Jesse Plemons

Data di uscita: 18 aprile 2024

Paese di produzione: Stati Uniti, Regno Unito

Durata: 109 minuti

Genere: drammatico, guerra

Voto: 7,5

Dopo l'ottimo esordio con "Ex machina", il bellissimo "Annientamento", e il tanto discusso "Men", Garland torna dietro la macchina da presa per raccontare una storia più umana delle precedenti, che si avvicina molto di più alla nostra realtà. Civil war racconta il viaggio attraverso un’America, in collasso, di 4 giornalisti con l’obbiettivo di intervistare l’artefice del conflitto: il presidente. Un road movie violento, crudo che riesce a far immedesimare lo spettatore nelle paure dei protagonisti, mettendo al centro le emozioni e l’irrefrenabile smania di ottenere lo scatto più importante mai fatto. La regia di Garland è perfetta in ogni inquadratura messa in scena, ogni shot sembra un quadro che deve essere scomposto rendendo la pellicola visivamente impattante, lasciando stupore per la bellezza delle immagini. La fotografia alterna il caldo delle fiamme che divampano in uno stato in crisi, e il freddo della violenza del conflitto. Gli attori sono nella parte, ma a spiccare c'è sempre Wagner Moura, anche se Jesse Plemons ruba la scena nel suo piccolo.

Garland, prima di essere un grande regista, è un ottimo sceneggiatore, ma con Civil War non riesce a elaborare completamente lo script, lasciando troppo "non detto". Il difetto più grande della pellicola è la parte politica della vicenda che non viene mai approfondita. Il presidente, i vari Stati e la crisi che il paese sta vivendo si fermano solo a una manciata di spiegazioni iniziali che lasciano crescere la curiosità dello spettatore senza mai arrivare al punto. Gli eventi a cui assistiamo possono essere visti come una metafora e critica sul concetto di guerra in chiave generale, non trovando una propria dimensione all'interno dei margini della pellicola. I legami dei personaggi non sempre vengono approfonditi, lasciando forse più spazio all'atmosfera e al conflitto che stanno vivendo. La macchina fotografica, unica arma che hanno a disposizione, diventa un elemento centrale: la bellezza degli scatti, contrastata alla drammaticità del fotogramma, riesce a fermare il tempo, dando un senso di staticità della scena. Purtroppo, i plot twist risultano particolarmente prevedibili anche se ben costruiti e perfettamente allineati con lo sviluppo della storia. Il ritmo è incalzante, non si perde mai in scene troppo lunghe e discorsive, concentrandosi spesso sulla potenza delle scene e sulla crudità del conflitto.

Civil War è una pellicola molto coraggiosa, che mette al centro una critica al sistema politico americano. La bellezza del fotogramma, riesce a creare un prodotto visivo impattante e memorabile. Il film riesce a colpire, lasciando qualche traccia di imperfezione sul fronte della scrittura, ma si tratta comunque di un'opera originale che resterà scolpita nella mente per diversi giorni.

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