Il 24 febbraio abbiamo assistito all’anteprima stampa di ‘’Red’’, il nuovo film Disney-Pixar disponibile dall’11 marzo direttamente sulla piattaforma streaming Disney+. La trama ruota attorno alle vicende di Meilin Lee, una tredicenne che deve fare i conti con l’inizio dell’adolescenza; come se questi cambiamenti non bastassero la ragazza quando si agita si trasforma in un panda rosso, dovuto al fatto che i suoi antenati in passato avevano stretto un legame mistico con essi. Ecco la nostra recensione.
Anno: 2022
Regista: Domee Shi
Attori: Rosalie Chiang, Sandra Oh, Ava Morse, Maitreyi Ramakrishnan, Hyein Park, Orion Lee, Wai Ching Ho, Anne-Marie, Jordan Fisher, Finneas O’Connell, James Hong
Paese: USA
Durata: 100 min
Distribuzione: Disney+
Sceneggiatura: Domee Shi
Fotografia:
Montaggio:
Produzione: Pixar Animation Studios, H Brothers, HB Wink Animation, Walt Disney Pictures
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RECENSIONE
Data d’uscita in Italia: 11 marzo 2022 (Disney+)
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Voto: 6,5
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Genere: animazione, fantastico, commedia, avventura
25^ lungometraggio prodotto dalla Pixar Animation Studios, si tratta del debutto alla regia della giovane Domee Shi (già animatrice e prima regista donna di un cortometraggio Pixar chiamato Bao), che decide di portare al grande pubblico un film coming of age, rifacendosi ai consueti teen-movies, molto in voga nei primi anni 2000, con una ricetta artistica che però sbaglia nel suo fulcro. Red aveva tutte le capacità di poter diventare uno dei film di animazione più originali, a livello di contenuto, degli ultimi anni ma va proprio a peccare in questo determinato punto.
La voglia di portare e di narrare qualcosa di nuovo cade nella decisione di raccontare una cosa così complessa e difficile come l’adolescenza, in maniera banale, scontato e ancora molto infantile, con una sceneggiatura che non coinvolge e ricca di buchi di trama, che non aiutano lo spettatore a seguire nel modo giusto l’andamento della narrazione. Nonostante questo, il rapporto madre-figlia, altro tema centrale di tutta la storia, è raccontato nel modo giusto; burrascoso, caotico e con tutte le specifiche dal caso, dove chi sta guardando riuscirà quasi sicuramente a identificarsi con esso.
Il panda rosso e la trasformazione improvvisa della protagonista in esso, rappresenta -come detto dalla regista stessa- una metafora per indicare il cambiamento radicale che ogni adolescente affronta in un determinato punto della propria vita e la confusione che si va a creare, ma a ciò non è dedicato il giusto spazio, facendo passare questa questione ingiustamente in secondo piano. Meilin è una protagonista carismatica e diversa, si racconta in prima persona e si presenta alla macchina come a sottolineare il ruolo predominante che vorrebbe avere nella vita di tuti i giorni; gli altri personaggi al contrario non presentano una buona caratterizzazione e la loro presenza non dona quasi nulla alla storia.
Il lungometraggio porta con sé un significato e una morale molto forti; è una storia di cambiamenti e trasformazioni all’apparenza spaventosi e successivamente accettati e compresi, simbolo di una società più aperta e comprensiva rispetto al passato. Anche questa morale passa però in secondo piano venendo relegata alla parte finale del racconto, e coperta da una narrazione più frivola. La parte tecnica invece presenta un’animazione diversa dal solito, ispirata al mondo dell’animazione manga, volta a rappresentare la cultura e la presenza asiatica. I colori sono accesi, le musiche allegre e coinvolgenti mentre la regia è buona e incornicia in modo semplice l’opera prima di questa regista.