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Ragnarok |Recensione

In una cittadina norvegese inquinata e alle prese con lo scioglimento dei ghiacci, la fine del mondo sembra davvero vicina. Ci vorrà una leggenda per sconfiggere il male.



Recensione:

Data di uscita in Italia 🗓️: 31 gennaio 2020

Voto: 7,5/10

Genere📽: avventura

Pro🔝: Il protagonista della vicenda è il giovane Magne, studente liceale affetto da dislessia che si trasferisce insieme alla madre e al fratello Laurits nella cittadina norvegese di Edda. Il datore di lavoro della madre è Vitar Jotul, capo delle Jotul Industries, azienda da cui dipende l’economia e il sostentamento della popolazione del fiordo. Timido e introverso, Magne dovrà anche fare i conti con delle forze sopite dentro di lui che sembrano essersi risvegliate dall’arrivo a Edda. L’unica ragazza che non gli si mostra diffidente è la giovane e coraggiosa Isolde, una youtuber con a cuore la problematica dell’inquinamento delle acque a Edda, per opera proprio delle industrie Jotul. La detective story per smascherare le attività illecite dell’azienda si affianca alla mitologia norrena quando Magne scopre di avere poteri quali forza, sensi amplificati e invulnerabilità, e di non essere l’unico in città a possederli. I protagonisti delle vicende sono ragazzi alla ricerca della propria identità nel passaggio all’età adulta e alle prese con problemi di cuore ma, definire questa serie tv semplicemente come teen drama sarebbe riduttivo; il modo di trattare temi scomodi per un target di pubblico di giovanissimi quali l’inquinamento, l’amore omosessuale, la povertà, la perdita e la

solitudine, non sfocia mai nel politically correct mantenendosi sempre

maturo ed originale. Nota positiva dello show è sicuramente la scrittura che si mantiene

ad un ritmo costantemente sostenuto senza per questo rinunciare ad una solida coerenza nell’arco dei sei episodi. Edda infatti è un piccolo microcosmo in cui ogni azione compiuta dai personaggi ha una sua conseguenza destinata a modificare le storyline dei personaggi sia primari che secondari.

Da notare anche i riferimenti costanti e mai superficiali alla mitologia norrena che, per fortuna, non precludono la visione a chi ignori completamente le storie di Odino e Asgard. Il primo riferimento, nonché il più importante, è il titolo della serie stessa, Ragnarok. Per Ragnarok, nella mitologia norrena, s’intende la fine del mondo dovuta alla battaglia tra dei e giganti, tra luce e oscurità, ordine e caos. Attualizzando questo concetto gli sceneggiatori ci portano in un mondo sull’orlo del baratro, non a causa

dello scontro tra dei e giganti, che ancora deve avvenire, bensì a causa

dell’incuria degli uomini che hanno sacrificato sull’altare del progresso la

salute e la bellezza del mondo in cui vivono. Una fine del mondo molto

meno mitica del previsto, in cui gli scontri con martelli e asce lasciano

spazio ad una battaglia ideologica.

Contro❌: la recitazione da parte della maggior parte del cast è

sicuramente dimenticabile. Magne, ad esempio, è contraddistinto da

un’espressione monolitica che raramente riesce ad acquisire sfumature che

darebbero al personaggio una maggiore profondità. Da riscontrare anche l’eccessiva tendenza da parte di alcuni personaggi a rientrare negli stereotipi tipici del teen drama, come Saxa, la classica bulletta affetta da manie di grandezza o Gry, la secchiona bella ma inesperta. La delusione è maggiore per il personaggio di Fjor che sembrava

essere uno dei più ambigui ma che si rivela poi solo uno strumento usato

dagli sceneggiatori per aumentare la tensione nel gran finale. È proprio nei

momenti topici che il basso budget a disposizione per gli effetti speciali

della serie si manifesta troppo palesemente per essere ignorato.

Tirando le somme, Ragnarok si dimostra un prodotto che riesce ad

essere originale nella difficile impresa di raccontare vicende adolescenziali

grazie ad una trama profonda e coerente e ad un equilibrio tra i temi trattati

che permette di cogliere nella serie diversi livelli di significato a seconda

dello spettatore che ne fruisce.


Recensione a cura di Matteo Angelica

Grafica a cura di Giulia Federici


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