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Priscilla

Sofia Coppola ci racconta Priscilla Presley, una donna che ha vissuto nell’ombra del successo del marito.


Data di uscita: 27 ottobre 2023 (USA)

Regista: Sofia Coppola

Durata: 110 minuti 

Adattato da: “Elvis e io”

Genere: biografico/drammatico

Voto: 7/10


Priscilla è il film di Sofia Coppola presentato in concorso all’ottantesima mostra del cinema di Venezia, adattamento del romanzo “Elvis ed io” scritto da Priscilla stessa. Jacob Elordi e Cailee Spaeny sono stati tra i pochi attori americani a sfilare sul tappeto rosso ma la loro inestimabile presenza sul grande schermo non riesce a colmare le carenze della pellicola.



Priscilla ed Elvis si conoscono ad una festa a dà lì inizia la loro frequentazione.

Finito il servizio militare Elvis chiede al padre di Priscilla di poterla portare con sé nella sua residenza a Memphis, pagandole la retta in una scuola cattolica in modo che la ragazza possa concludere gli studi.

Privata della sua adolescenza, la giovane si troverà a dover crescere in fretta tra un matrimonio precoce e la nascita del figlio.


Smalto rosso su un tappeto Rosa, è così che Coppola decide di introdurre la figura femminile al centro della pellicola. Le sequenze immediatamente successive, la ritraggono mentre disegna una linea di eyeliner e incolla un po’ frettolosamente le ciglia finte. I capelli nerissimi cotonati e vestiti appariscenti ci fanno immediatamente intuire l’ossessione dell’apparire, che scopriamo essere un riflesso dei desideri del marito, più che dei suoi. Il tentativo è quello di ostentare la sua bellezza adolescenziale, quasi rendendola un trofeo, una bambola. Emozionata dall’incontro con il suo idolo, complice anche la giovane età, Priscilla accetta di trasferirsi con il re del rock ‘n roll non consapevole che quella casa si sarebbe presto trasformata in una gabbia. Costretta ad accettare i titoli di giornale che vedevano il nome del marito affiancato a quello di un’altra donna e obbligata ad aspettarlo a casa una volta rientrato dai tour, la storia di Priscilla non può che non intenerire il pubblico di fronte a tanta innocenza. L’innocenza di una ragazzina decisamente troppo giovane per muovere passi così importanti come il matrimonio e la nascita di un figlio. Quella stessa ragazzina, 20 anni dopo, scriverà il libro “Elvis ed io”, per raccontare le sue giornate passate tra mobili sfarzosi che non bastavano a riempire il vuoto di un’adolescenza perduta.



Trovo che il contenuto del film sia molto coraggioso poiché ritrae un’immagine di Elvis che sicuramente non lascia dubbi sul suo “abuso di potere” sulla giovane, dettando tempi e regole. Un punto di vista interessante nel raccontare un nome così importante, forse più interessante della storia di Priscilla stessa (senza togliere nulla alla protagonista).

Una sbavatura all’interno della pellicola è infatti la mancanza di sviluppi importanti nella storia della giovane, che finiscono spesso e volentieri ad incrociarsi con i capricci di Elvis spostando l’attenzione dello spettatore. Una sceneggiatura che a tratti fa fatica a far spiccare Priscilla con dialoghi deboli e situazioni poco enfatizzate. Il risultato è sicuramente un film che si attiene al titolo ma, esattamente come il libro, quel “ed io” a tratti si fa sentire. Il finale è allo stesso modo poco convincente, forse troppo frettoloso nel mostrare la separazione dei coniugi, così come è stato troppo poco approfondita la crescita del loro legame lasciando solo le sfumature negative di un rapporto a cui mancano le radici.

Rispetto al fratello “Maestro”, presentato in concorso nella stessa edizione,  è evidente la carenza di emotività che necessitava di più spazio durante i 110 minuti che, per spezzare una lancia a favore del prodotto, risultano molto scorrevoli proprio grazie alla narrazione non eccessivamente elaborata e “leggera”. 



Un film che talvolta inciampa perdendo il filo ma che comunque vede delle note positive come l’interpretazione di Cailee Spaeny con cui si aggiudica la coppa volpi. O ancora i costumi che riflettono perfettamente l’ideale americano dei tempi.  Al netto delle sbavature si può considerare un buon prodotto che nonostante le difficoltà rende la visione piacevole. 


 

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