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Il richiamo della foresta | Recensione

Aggiornamento: 20 feb 2020

La vita di Buck, cane di razza abituato al clima mite e alla tranquillità degli Stati Uniti del Sud, ha un'improvvisa svolta quando, per una scommessa persa, è venduto e spedito al Nord, come cane da slitta. Piegato all'obbedienza da un esperto allevatore, riesce a far fronte alle nuove esigenze e a sopravvivere alle privazioni e al clima inclemente. Ma qualcosa è cambiato in lui: nel suo comportamento riaffiorano istinti sopiti. Buck sente crescere, sempre più forte, il contrasto tra natura e educazione, tra amore per il padrone e slancio incontenibile verso la libertà.



Anno:2020

Regia:Chris Sanders

Attori:Karen Gillan, Harrison Ford, Dan Stevens, Jean Louisa Kelly, Omar Sy, Wes Brown, Terry Notary

Paese:USA

Durata:105 min

Distribuzione:Walt Disney Italia / 20th Century Fox

Sceneggiatura:Michael Green

Fotografia:Janusz Kaminski

Montaggio:David Heinz

Musiche:John Powell

Produzione:3 Arts Entertainment, Twentieth Century Fox


Recensione:

Data di uscita in Italia 🗓️: 20 febbraio 2020

Voto: 8-/10

Genere📽: avventura

Pro🔝: Nuovo adattamento dell'omonimo romanzo di Jack London, che accentua l'elemento di formazione presente in parte nel testo originale e trasforma il cane Buck in un simbolo di fierezza e riconoscenza. Una storia in parte riadattata da parte di Chris Sanders, già regista di Dragon trainer, che trasferisce le tematiche più oscure del racconto su dei binari più dolci e morbidi con dei contorni avventurieri. Nonostante le varie libertà che si è preso il cineasta Americano, il racconto funziona e coinvolge il publico, adulto e non.

La pellicola può essere divisa in due parti, ad una prima sezione più veloce e dinamica, in cui un inesperto Buck deve fare i conti con la sua nuova vita da cane slitta, risponde una seconda parte più lenta e riflessiva, che riesce ad essere egualmente apprezzata, grazie all'ottima fotografia e alle bellissime immagine dello Yokun in primavera.

L'intero racconto è basato sul buon uso della CGI, che costruisce il personaggio di Buck ma anche di molti altri protagonisti della pellicola. Il raffinato utilizzo di questa tecnologia si può notare sopratutto nelle scene più dinamiche e adrenaliniche in cui Buck corre, salta e interagisce con i personaggi umani.

Nonostante le vari modifiche, limitino il richiamo più oscuro del racconto, questa nuova versione della storia ruba il cuore grazie alla sua dose di romanticismo ed emotività. I vari rapporti che si instaurano tra i vari personaggi e Buck sono di volta in volta più intensi. Non solo la storia di un cane, ma un viaggio per trovare il proprio posto nel mondo, insieme a tutte le sfumature tristi e felici che comporta un avventura del genere.

Un ottimo risultato raggiunto anche grazie alle due figure umane più importanti del racconto, Omar Sy e Harrison Ford. Entrambi in modo diverso, strutturano un legame intenso con Buck, riuscendo ad arricchire a vicenda le loro vite.

Nel complesso il prodotto dalla Twentieth Century Fox, da poco acquisita dalla Disney, è una storia adatta a tutti, grandi e piccini, che riesce, senza voler strafare, ad emozionare e coinvolgere strappando qualche lacrima nel suo lungo percorso.

Contro❌: Una pellicola che nel complesso riesce ottimamente nel suo intento. Una buona storia, tante emozioni e divertimento, eppure alcune sfumature potevano essere migliorate per far rendere ancor di più il lungometraggio.

Una prima sbavatura, secondo il mio parere, riguarda la lunghezza del film. Nonostante la bella fotografia presente nella seconda parte del film, essa non basta a mantenere il coinvolgimenti ottenuto nella prima ora della pellicola. In questa seconda sezione probabilmente, una minore durata avrebbe evitato una riduzione del ritmo della pellicola e una diminuzione del suo coinvolgimento.

La seconda leggera sbavatura riguarda invece la questione del "richiamo della foresta". Questo sesto senso di Buck che si palesa in un lupo nero che lo guida nelle scelte più complesse è mal strutturato. Invece di imprimere la sensazione che sia qualcosa già dentro il protagonista, che lui deve scoprire, sembra essere semplicemente un allucinazione visiva che in modo casuale lo indirizza verso una determinata scelta.

Recensione a cura di Matteo De Nicolò

Grafica a cura di Giulia Federici

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