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Ferrari: Michael Mann si perde per strada

Quello che dovrebbe essere un biopic su Enzo Ferrari finisce per essere una tipica fiction italiana che non centra mai il suo vero obiettivo, condensando e confondendo la vita privata del protagonista, interpretata dal buon Adam Driver, nonchè la vita lavorativa dello stesso.

Data di uscita: 30 novembre 2023

Genere: Drammatico, storico

Anno: 2023

Regia: Michael Mann

Attori: Adam Driver, Penélope Cruz, Shailene Woodley, Patrick Dempsey, Jack O’Connell, Sarah Gadon, Gabriel Leone, Erik Haugen, Michele Savoia, Valentina Bellè, Tommaso Basili, Andrea Dolente, Lino Musella, Brett Smrz, Massi Furlan, Peter Arpesella, Giuseppe Russo, Luca Della Valle, Andrea Bruschi, Giuseppe Bonifati, Agnese Brighittini, Samuel Hubinette, Wyatt Carnel, Leonardo Caimi, Gianfilippo Grasso, Alex Tonti

Paese: China, Italia, UK, USA

Distribuzione: 01 Distribution

Sceneggiatura: Troy Kennedy Martin

Fotografia: Erik Messerschmidt

Produzione: Michael Mann, Lars Sylvest, John Lesher, Andrea Iervolino, Monika Bacardi, Thomas Hayslip, Thorsten Schumacher, Niels Juul, P.J. van Sandwijk

Casa di Produzione: Moto Productions, Iervolino & Lady Bacardi Entertainment SpA, STX Entertainment, Forward Pass


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Michael Mann, regista di “Heat”, che torna alla regia dopo 8 lunghi anni, ha il compito di dover decidere su cosa concentrarsi in questo film… avrebbe potuto idealizzare quella che è stata la figura di Enzo Ferrari, avrebbe potuto denigrarla. La scelta sta nel mezzo ed è forse la più sbagliata. Ci troviamo, infatti, davanti ad una sceneggiatura che sbalza da una parte all’altra senza né testa né coda, risulta così scarna, anche noiosa a tratti. Essa ci pone davanti tante storyline e sottotrame (il più delle volte non chiuse) con dei personaggi secondari poco caratterizzati.

E’ evidente che non ci sia nemmeno il cast a reggerla, dato che per la buona metà film l’accento italiano appare forzato, inascoltabile. Su quest’ultimo punto converge anche l’opinione critica di Pierfrancesco Favino, meravigliato del fatto che un film su un personaggio storico italiano venga interpretato da un americano. Forse la ragione sta nel mezzo, poichè diversi registi storici italiani hanno già effettuato scelte di cast americani, ad esempio Fellini nel suo “Casanova” del 1976 scelse Donald Sutherland. È anche vero che oggi un film al cinema fa fatica e se non hai nomi trainanti, come Lady Gaga, Adam Driver, Harry Styles (chi ne ha più ne metta!), si rischia una caduta non indifferente, considerati anche gli alti budget che vengono investiti per questi film.

Tornando al film, un altro problema si trova anche nel tecnicismo. Va bene i primissimi piani, zoom e ralenti tradizionali di Mann, ma la fotografia (tra l’altro diretta da Messerschmidt che aveva fatto, prima, qualcosa di sensazionale con Mank e qui a Venezia sbaglia sia in questo film che con “The Killer” di Fincher, altra totale piattezza) con uno giallo ocra sbiadito che rovina tanto. La scelta fotografica, dunque, appare decontestualizzata, piatta, non trova una forma propria e non dà la giusta atmosfera.

Ancora, problemi negli effetti speciali… Mann è senza dubbio un regista più d’azione, pertanto si diverte anche a girare le scene d’incidente, come quella che ritrae la celebre tragedia del Guidizzolo nel 1957. Tensione a mille, slow motion e rumore sporcato, MA… la CGI viene completamente a mancare e veniamo catapultati difronte alla caduta di un palese manichino.

Rimane un film di genere con all’interno tutte le relative caratteristiche: tossiche dinamiche familiari, morti improvvise, canzoni strappalacrime, che accompagnano un’estetizzazione della violenza priva di senso, e ancora frasi ad effetto che ormai sentiamo da anni e anni.

La delusione per Scuderia Ferrari 2023 viaggia quanto la delusione per questo film, a ritmo di tanto fumo e poi… niente.


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