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DC: FINALMENTE SI RIPARTE!

Con un video pubblicato sui social, ieri James Gunn ha finalmente fatto chiarezza sul destino della DC cinematografica e televisiva dopo mesi di attesa. A circa un giorno dall'annuncio, sui vari social si è letto di tutto: da chi è super entusiasta a chi ha fatto partire l'hashtag #firejamesgunn passando per gli indecisi. Evitando di fare l'elenco degli annunci siccome sono stati già riportati da tutte le testate giornalistiche e non, è sicuramente più interessante cercare di capire il perché, dal mio personale punto di vista, bisognerebbe essere contenti delle decisioni presi dai 2 co-presidenti dei DC-studios James Gunn e Peter Safran.


Partendo dal presupposto che il ragionamento che seguirà prescinde dalla qualità effettiva dei futuri prodotti (naturalmente si spera che siano di qualità), James Gunn nel video ha fatto ben intendere una cosa: ci sarà l'universo principale (ovvero il DCU, un corrispettivo dell'MCU) e vari universi che sottostaranno all'etichetta "DC Elseworlds" (ovvero mondi alternativi che, a parte il multiverso, non avranno niente a che fare con il DCU). Inoltre, Gunn ha definito "Superman: Legacy" l'inizio ufficiale del DCU. Perciò questa è un'ottima notizia dopo anni passati in totale confusione con pellicole dello stesso universo che cambiavano di tono da un film all'altro ("Batman v. Superman" e "Aquaman"). Avendo diviso i prodotti in 2 macrosettori, ogni volta che vedremo un prodotto DC sapremo ciò che stiamo guardando, cosa c'è stato prima, quale coerenza deve rispettare e non ci saranno milioni di dubbi. Perciò, già il fatto che il team creativo della DC sa i vari collegamenti e il tono da rispettare e quale strada deve essere percorsa in base a quale prodotto della DC si sta scrivendo, è un passo in avanti.


Inoltre, l'altro aspetto che sicuramente deve essere visto come un buon punto di partenza è la diversità di scelte che si prospetteranno in futuro. Oltre al fatto che dà la possibilità agli spettatori di seguire esclusivamente ciò che vogliono e non ogni singolo prodotto in stile MCU (c'è chi preferisce seguire un universo composito e si dirigerà verso il DCU oppure c'è chi preferisce seguire prodotti indie/autoriali e si orienterà magari verso "The Batman parte II" o "Joker: folié à deux"), da un punto di vista creativo non può che essere un qualcosa di intrigante. Infatti, la standardizzazione è uno dei difetti che maggiormente viene additato all'MCU ma, in questo modo, soprattutto grazie ai "DC Elseworlds", noi spettatori avremo la possibilità di vedere tanti prodotti diversificati tra loro e non relegare alcuni personaggi completamente fuori dal progetto perché non si sposano con il generale tono del DCU.


Infine, concentrandoci un attimo nello specifico del DCU, bisogna assolutamente essere felici del coraggio che Gunn e Safran hanno avuto nel puntare su media diversi. Infatti, tra tutti gli annunci che sono stati fatti, è interessante notare come i vari personaggi che vedremo dal 2025 in poi verranno divisi tra film e serie e tra live-action e animazione. Addirittura, Gunn ha detto che il primo importantissimo tassello narrativo dell'universo lo vedremo nella serie dedicata alle lanterne verdi "Lanterns" a dimostrazione di come il cinema non sia l'unico luogo in cui vedere il proseguo concreto delle vicende del DCU. A differenza della Marvel che alle porte della Fase 4 indicava le serie (live-action e animate) come tasselli fondamentali per comprendere tutto e finora non è stato assolutamente così (i collegamenti di "Doctor Strange in the multiverse of madness" con "Wandavision" sono sbagliati e le serie animate sono state decanonizzate), il DCU darà la possibilità di usufruire del suo universo in maniera diversificata e mettendo media spesso tralasciati dal grande pubblico allo stesso piano dei film. In conclusione, quindi, si possono riassumere i 3 punti appena analizzati con 3 termini: organizzazione, diversificazione e coraggio; naturalmente nessuno sa se il futuro sarà roseo ma certamente le premesse, a discapito delle critiche, sono favorevoli anche perché, siamo onesti, questi grandi personaggi meritano una dignità che, a prescindere dal gusto personale, non hanno avuto e, dopo più di 10 anni di fallimenti, meritano di conquistare il cuore di milioni di persone.


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