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Da 5 bloods | Recensione

Da 5 Bloods - Come fratelli, il film diretto da Spike Lee, racconta la storia di quattro soldati afroamericani,Paul(Delroy Lindo),Otis(Clarke Peters),Eddie(Norm Lewis) e Melvin(Isiah Whitlock Jr.), sopravvissuti alla guerra del Vietnam e che dopo diversi anni decidono di fare ritorno nel territorio asiatico. Motivo della missione è ricercare il corpo del loro leader (Chadwick Boseman) morto durante il conflitto e scoprire dove si trova il tesoro nascosto in passato.



Genere:Drammatico, Guerra

Anno:2020

Regia:Spike Lee

Attori:Delroy Lindo, Clarke Peters, Norm Lewis, Isiah Whitlock Jr., Chadwick Boseman, Jonathan Majors, Jean Reno, Paul Walter Hauser, Jasper Pääkkönen, Veronica Ngo

Paese:USA

Durata:154 min

Distribuzione:Netflix

Sceneggiatura:Danny Bilson, Paul De Meo, Kevin Willmott, Spike Lee

Fotografia:Newton Thomas Sigel

Montaggio:Adam Gough

Musiche:Terence Blanchard

Produzione:40 Acres & A Mule Filmworks


Recensione:

DATA DI USCITA IN ITALIA🗓️: Venerdì 12 Giugno (Netflix)

GENERE📽: Drammatico, Guerra

VOTO: 8

PRO🔝: Dopo il successo di BlacKkKlansman, uscito ben due anni fa, Spike

Lee si ripresenta con un film, prodotto da Netflix, nel modo in cui solo lui sa

fare: Gag comiche, crudeltà, critica sociale e tanto Black Power.

Il film tratta la storia di questi quattro “fratelli”, veterani di guerra, che decidono

di tornare in Vietnam per cercare un misterioso tesoro e ritrovare i resti del

loro quinto fratello: Stormin’ Norman (interpretato da Chadwick Boseman, il

Black Panther del MCU). Sfortunatamente troveranno le conseguenze della

spietata guerra del Vietnam e i demoni interiori che continuano a logorare i

nostri protagonisti da tanto tempo. La pellicola si articola con un interessante

cambio di stile cinematografico: si passa da una regia e fotografia molto pulita

ad una che ricalca in pieno una regia più Vintage. Ciò consente di poter

viaggiare, tra passato e presente, all’interno della pellicola senza però

decontestualizzare l’opera stessa, per rendere il tutto più naturale e coerente.

Tutto ciò viene riempito da scenografie ben fatte ed un uso esperto della regia

e della sceneggiatura. L'alchimia che si viene a creare tra i vari personaggi è

costruita veramente bene, grazie anche alla bravura degli attori; ciò va a

portare sullo schermo il concetto della fratellanza e dell'unione.

Tra le tante cose buone, quella che ci ha convinto maggiormente è lo stile di

Spike Lee, presente sin dal primo attimo. E come ben sappiamo quando si

parla di Spike Lee, non ci si deve fermare solo agli strumenti che usa per

raccontare, ma soprattutto a ciò che racconta. Una serie di critiche sociali che

vengono inserite nella pellicola, non solo attraverso i dialoghi, ma con

momenti fuori campo (scene di repertorio con personaggi importanti per il

progressismo). Altro tema fondamentale è il ripudio alla guerra, lo fa

mostrando le terribili conseguenze di una guerra senza senso che ha logorato

non solo le menti dei nostri protagonisti, ma anche quello di un mondo che

con il tempo sembra non aver dimenticato le atrocità del passato. L’autore

inoltre riesce ad essere originale, poiché fornisce interessanti chiavi di lettura

inserite in un contesto saturato da opere (vedi Guerra del Vietnam).

In conclusione, “Da 5 Bloods” è un inno al ripudio della guerra e

un’esaltazione del Black Power. Questo lo fa fornendo interessanti chiavi di

lettura che rendono la pellicola riflessiva di un contesto già cristallizzato (Ad

esempio USA, vero e proprio bacino delle opere di Lee). Una storia di

fratellanza che cerca di imporsi in un mondo malato a causa della noncuranza

di certi governi. Un film che andrebbe visto assolutamente, soprattutto in

questo momento in cui le varie discriminazioni devono essere eliminate per

poter brillare sia come mondo, sia come civiltà.

CONTRO❌: Purtroppo alcune volte la musica, molto buona, non sembra essere

montata nel modo giusto. Un difetto che fa perdere pathos a molte scene

potenti cinematograficamente, che avrebbero potuto dare molto di più.

Recensione a cura di Lorenzo Batocchi

Grafica a cura di Giulia Federici e Matteo De Nicolò

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