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Cosa mi lasci di te | Recensione

Il ventenne Jeremy Camp lascia la sua casetta nell'Indiana per recarsi al Calvary Chapel Bible College, l'università californiana di forte stampo religioso dove inizierà il suo percorso di istruzione superiore. Le prime persone che incontra sono Jean-Luc, un musicista di successo, e Melissa, una ragazza al primo anno come lui. È amore a prima vista, tanto per la musica, che fa già parte della tradizione di famiglia di Jeremy, quanto soprattutto per Melissa: e in un primo tempo entrambe fanno parte del suo presente euforico.



Anno:2020

Regia:Andrew Erwin, Jon Erwin

Attori:K.J. Apa, Britt Robertson, Abigail Cowen, Melissa Roxburgh, Nathan Parsons, Gary Sinise, Shania Twain, Cameron Arnett, Tanya Christiansen

Paese:USA

Durata:115 min

Distribuzione:Notorious Pictures

Sceneggiatura:Jon Erwin, Jon Gunn

Fotografia:Kristopher Kimlin

Montaggio:Parker Adams

Produzione:Kevin Downes Productions


Recensione:

Data di uscita in Italia 🗓️: 17 aprile 2020

Voto: 5/10

Genere📽: romantico, musicale, drammatico

Pro🔝: Il ventenne Jeremy Camp lascia la sua casetta nell'Indiana per recarsi al Calvary Chapel Bible College, l'università californiana di forte stampo religioso dove inizierà il suo percorso di istruzione superiore. Le prime persone che incontra sono Jean-Luc, un musicista di successo, e Melissa, una ragazza al primo anno come lui con la quale nascerà un'appassionante storia d'amore. "Cosa mi lasci di te" è un teen drama dalle basi musicali che racconta la commovente storia vera del famoso cantante Jeremy Camp. Sorvolando su alcune imperfezioni stilistiche nella narrazione, sopratutto nella prima parte, il film riesce a raccontare una sincera storia d'amore. Britt Robertson, già interprete di Life UnexpectedeThe Secret Circle, e soprattutto il bell'attore e musicista neozelandese K.J. Apa, l'Archie Adams di Riverdale, riescono a reggere la baracca nonostante le evidenti lacune nei vari dialoghi del film. I due vanno via via crescendo, arrivando nella seconda parte della pellicola, ad emozionare lo realmente lo spettatore (agevolati ovviamente dai vari eventi). Il ritmo è scandito dalle bellissime musiche di Camp, che accompagnano i protagonisti , durante l'intero percorso, come se fossero dei veri e propri spartiacque dei vari eventi della vita dei due. Il film, come detto, nella seconda parte riesce ad essere più convincente grazie ad un reindirizzamento del contesto che permette allo spettatore di immedesimarsi nei personaggi, comprendendo i loro discorsi e soffrendo dei loro problemi. P.S. I still believe (che potete trovare ovunque online) risulta essere davvero una canzone toccante ed emozionante.

Contro❌: Il difetto più grande dell'intera pellicola è senza dubbio l'assenza di definizione del contesto narrativo. l'intento è quello di raccontare una storia romantica adolescenziale, come tante infondo, come se la storia non si svolgesse all'interno di un contesto cattolico che ovviamente rende impossibile determinate sfaccettature amorose che ogni teen drama presenta. Jon Erwin invece di trarre forza da una storia, fuori dai canoni classici (perche ovviamente estremamente cattolica) cerca di romanzarla, smussando i vari spigoli religiosi, ottenendo cosi però una accozaglia priva di alcun carattere e significato. I dialoghi, i comportamenti dei protagonisti e gli eventi che si succedono, sopratutto nella prima parte risultano totalmente insensati e privi di qualsivoglia logica. La tematica della fede (probabilmente per rendere più vendibile la pellicola) viene totalmente ignorata, sostituita da dialoghi su stelle e destino, senza dubbio inebrianti se fossero contestualizzati in maniera coerente. Nella seconda parte infatti, il film riesce ad ingranare, perché il contesto della fede non è più protagonista e i comportamenti e i dialoghi dei protagonisti risultano consoni con quanto sta accadendo nelle loro vite.

Recensione a cura di Matteo De Nicolò

Grafica a cura di Giulia Federici


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