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Tenet | Recensione

Tenet, il film diretto da Christopher Nolan, è ambientato nel mondo dello spionaggio internazionale, dove le nazioni si uniscono, al di là dei loro interessi, per risolvere un enigmatico intrigo. Al Protagonista (John David Washington), un agente ben addestrato e molto sensibile, viene assegnato un importante compito: fermare quella che potrebbe rivelarsi come un'apocalisse planetaria, una minaccia peggiore dell'Armageddon. Ma in questa ardua missione non sarà solo, in suo aiuto accorrerà un partner (Robert Pattinson) e sua vecchia conoscenza.



Anno:2020

Regia:Christopher Nolan

Attori:John David Washington, Robert Pattinson, Elizabeth Debicki, Aaron Taylor-Johnson, Clémence Poésy, Michael Caine, Kenneth Branagh, Dimple Kapadia, Himesh Patel, Fiona Dourif, Andrew Howard, Martin Donovan

Paese:Gran Bretagna, USA

Durata:149 min

Distribuzione:Warner Bros. Pictures

Sceneggiatura:Christopher Nolan

Fotografia:Hoyte van Hoytema

Montaggio:Jennifer Lame

Musiche:Ludwig Goransson

Produzione:Warner Bros. Pictures, Syncopy


Recensione:

Data di uscita in Italia 🗓️: 26 settembre 2020

Voto: 8+/10

Genere📽: fantascienza, thriller

Pro🔝: Un operativo americano senza nome che lavora con la CIA, spionaggio internazionale, viaggi nel tempo e una sola parola "Tenet". Le basi per un viaggio cinematografico nell'universo di Nolan ci sono tutte. Una pellicola che ci trasporta avanti e indietro nel tempo, in una realtà metacinematografica, che richiede non poco impegno per essere compresa. Se inception aveva affrontato la complessità di più realtà oniriche, con Tenet lo spettatore si trova a fare i conti con equazioni fisiche che sfidano le leggi della messinscena. Complesso? Si davvero tanto, ma non per questo un male. Uscire dalla sala confusi, ma inebriati da quel pathos temporale appena vissuto e dalla volontà di vederlo di nuovo per chiarificare ogni dubbio sono sensazioni che solo il regista britannico in questione può provocarti. Nolan all'ennesima potenza con una sceneggiatura maestosa e interessante. L'architettura costruita intorno a questi viaggi temporali riesce a strutturare una pellicola complessa ma inebriante che partendo dalla base di una "Spy-story" tocca le corde di una fantascienza visionaria che sarebbe solo difficile da immaginare se non ti chiami Christopher Nolan. Avanti e indietro senza sosta, invertendo le regole classiche di causa e effetto, che insieme alle scene di combattimento si armonizzano perfettamente con il contesto metafisico. Originali e dinamiche, mostrano gli intrecci temporali di scontri bi-temporali, forse fin troppo complessi da spiegare per chi non ha visto ancora il film. Gli effetti speciali, come è facile da immaginare, accompagnano quasi tutte le scene della pellicola proitettando lo spettatore direttamente nello schermo. Fine raggiunto anche grazie alle musiche davvero coinvolgenti e coordinate con la narrazione e con i suoi tempi perennemente adrenalinici. Mai un momento di pausa, mai un momento di noia, in un dinamico valzer di scene di combattimento e scene di chiarificazioni narrative che richiedevano allo spettatore quasi più concentrazione delle prime. La nota finale se la meritano senza ombra di dubbio la coppia John David Washington e Robert Pattinson. Una storia di amicizia davvero profonda e anch'essa meravigliosamente complessa e sincera. Entrambi donano quel pizzico di ironia e testosterone, inserendosi perfettamente nella parte e creando dei personaggi davvero funzionali al contesto narrativo.

Contro❌: Complesso? Si. Piacevole? Anche. Senza difetti? Quello assolutamente no. Come accennato precedentemente non è sicuramente la "complessità" il fattore negativo che vogliamo attribuire alla pellicola, bensì i tempi e le spiegazioni che avrebbero dovuto aiutare lo spettatore a collegare i puntini e seguire in maniera più attiva ogni evento. I ritmi forsennati e i dialoghi stringati per favorire l'azione hanno due conseguenza fondamentali: da una parte rende ancora più complessa la comprensione di quello che accade e dall'altra fornisce una carica emozionale nettamente inferiore ai personaggi, ai quali ci si affezioni solo trasversalmente al rapporto di amicizia fra i due protagonisti. La confusione, vera, si percepisce inoltre nella scena di lotta finale, graficamente mozzafiato, ma senza ne coordinate temporali che spaziali, con i personaggi che avanzano in maniera più frastornata che dinamica. Infine, una nota di demerito (un pò agli attori e un pò a Nolan) è da attribuire senz'altro alla recitazione e al ruolo di Kenneth Branagh, nel ruolo del villain sopra le righe, e Elizabeth Debicki. I due, invischiati nel melodramma del rapporto matrimoniale, banalizzano e non poco i loro personaggi attribuendogli poca identità e tanti stereotipi stucchevoli.

Recensione a cura di Matteo De Nicolò

Grafica a cura di Giulia Federici


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