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Un altro giro | Recensione, cast e trama

C'è una teoria secondo la quale tutti noi siamo nati con una piccolaquantità di alcool già presente nel sangue e che, pertanto, una piccola ebbrezza possa aprire le nostre menti al mondo che ci circonda, diminuendo la nostra percezione dei problemi e aumentando la nostra creatività. Rincuorati da questa teoria, Martin e tre suoi amici, tutti annoiati insegnanti delle superiori, intraprendono un esperimento per mantenere un livello costante di ubriachezza durante tutta la giornata lavorativa. Se Churchill vinse la seconda guerra mondiale in preda a un pesante stordimento da alcool, chissà cosa potrebbero fare pochi bicchieri per loro e per i loro studenti?


Anno:2021

Paese:Danimarca

Durata:115 min

Distribuzione:Medusa Film e Movies Inspired

Produzione:Zentropa Entertainments, Film i Väst, Topkapi Films, Zentropa International Netherlands, Zentropa International Sweden

 

Recensione:

DATA DI USCITA🗓️: 20 Maggio 2021

VOTO: 8/10

GENERE📽: Drammatico, Commedia

PRO🔝: Come sarebbe la vita di ciascuno di noi se riuscissimo a togliere numerosi limiti

dettati dall’autocontrollo, una delle caratteristiche che contraddistingue l’uomo, attraverso l’uso dell'Alcool? Il quesito è la base su cui si costruisce l’intero film: quattro insegnanti si riuniscono e decidono di percorrere un esperimento basato sulla tesi dello psichiatra Finn Skårderud, un espediente narrativo in grado di far voltare pagina ai protagonisti, succubi di una vita sempre più piatta.

Il film di cui stiamo parlando è un ottimo prodotto, su tutti i fronti: a partire dal lato tecnico, alla sceneggiatura, interpretazioni soddisfacenti e ad una serialità di sotto-testi, fino ad arrivare a significati molto profondi. Sul profilo tecnico, la regia diretta da Thomas Vinterberg, è molto attenta e minuziosa, con una capacità innata di saper rappresentare l’ambiente circostante, alternante a numerose riprese claustrofobiche, focalizzate sulle espressioni facciali degli attori. Senza ombra di dubbio uno dei pregi maggiori della pellicola, poiché riesce a dirigere in maniera autoriale una storia che riesce a coniugare, in modo da non renderla fuori contesto, la commedia ed il drammatico. Vinterberg riesce a muoversi eccellentemente sia nelle scene più drammatiche, che in quelle più divertenti e quelle in cui da allo spettatore strumenti per portare avanti una riflessione (ad esempio l’incontro tra diverse generazioni). Stesso discorso vale per la fotografia: un perfetto compagno della macchina da presa, riuscita a muoversi grazie a tecniche che combinano un mix di luci molto accese e sfumate, alternate ad ombre pesanti e molto pervasive.

La sceneggiatura ricopre una parte molto importante: è lo scheletro sul quale si baserà tutti gli elementi citati in precedenza, attraverso una storia che nella facciata risulta semplice, ma che nella pratica si sviluppa in modo originale e mai banale; soprattutto grazie a svariati messaggi che toccano numerosi temi come: il confronto tra generazioni molto lontane, l’alcool come costante nelle vite dei più importanti statisti ed i vari limiti e potenzialità dell’essere umano.. Una sceneggiatura, composta da dialoghi ben scritti, interpretata da una schiera di attori sul pezzo, primo fra tutti Mads Mikkelsen: attore danese che fornisce una tra le sue migliori interpretazioni, capace di trasportare lo spettatore all’interno della pellicola, diventando il simbolo del trionfo agli “Oscar” di questo film.

In conclusione, “Un Altro Giro” è un vero e proprio film da “Premio Oscar”: Idea stuzzicante, regia ottima, fotografia bellissima, una sceneggiatura funzionale, un cast ben allestito e memorabile ed infine una serialità di temi molto interessanti presenti per tutta la durata dell’opera cinematografica. Il tutto combinato in una scena finale che verrà ricordata per molto tempo per la sua importanza all’interno del film, dando una conclusione soddisfacente di un arco narrativo ben organizzato, senza lasciare riflessioni banali e ridondanti.

CONTRO❌: L’ultima parte si sviluppa non omogeneamente rispetto alle altre fasi all’interno del film, rompendo di fatto il ritmo stabilito dalla pellicola e nel quale lo spettatore si era abituato. Altro difetto è la percezione della durata dell’opera cinematografica, che la fa risultare molto più lunga rispetto alla sua durata oggettiva.

Recensione a cura di Lorenzo Batocchi

Grafiche a cura di Giulia Federici


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