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The French Dispatch of the Liberty, Kansas Evening Sun | Un quadro cinematografico sul giornalismo.

La redazione del French Dispatch, supplemento settimanale del quotidiano Evening Sun, in seguito alla morte del suo editore, decide di pubblicare un'edizione commemorativa composta dai loro migliori articoli.





Anno: 2021

Regia: Wes Anderson.

Attori: Benicio del Toro, Frances McDormand, Jeffrey Wright, Adrien Brody, Tilda Swinton, Timothèe Chalamet, Lèa Seydoux, Owen Wilson, Mathieu Almaric, Lyna Khoudri, Bill Murray, Liev Schreiber, Elisabeth Moss, Edward Norton, Williem Dafoe, Lois Smith, Saoirse Ronan, Cristoph Waltz, Cècile de France, Guillaume Gallienne, Jason Schwartzman.

Paese di produzione: Stati Uniti d'America, Germania.

Durata: 108 min.

Distribuzione: Searchlight Pictures.

Genere: commedia, drammatico.

Soggetto: Wes Anderson, Roman Coppola, Hugo Guinnes, Jason Schwartzman.

Sceneggiatura: Wes Anderson.

Fotografia: Robert Yeoman.

Montaggio: Andrew Weisblum.

Scenografia: Adam Stockhausen.

Costumi: Milena Canonero.

 

Recensione:



Data di uscita: 11 Novembre 2021.



Voto: 7\10



Tre anni dopo il film d'animazione L'isola del Cani (2018), Wes Anderson torna sul grande schermo con The French Dispatch, ispirato alla testata giornalistica The New Yorker.

Bizzarro, ma in pieno stile Anderson, come l'ispirazione per una pellicola sia un iconico giornale, la scelta non è però da interpretare come una lettera d'amore per il giornalismo, ma piuttosto come una mise en scene di un modo di fare giornalismo oramai lontano, fatto di taccuini, rivolte, protagonisti iconici e carismatici, pathos, e di una profonda e sincera vocazione nel raccontare ciò che avviene nel mondo. Una nostalgica rappresentazione che si concretizza grazie all'uso del bianco e nero e che si allontana quindi dall'uso dei color pastello usato nel precedente Grand Budapest Hotel (2014) ma in grado di enfatizzare la curatissima fotografia e regia.

Se riesce in pieno l'idea di cinematografare il giornalismo, la scelta narrativa a tratti ricade in modo negativo, facendo percepire il film come una sfilata di attori famosi e di virtuosismi tecnici; la brevità delle storie raccontate inoltre non permette di simpatizzare a pieno con i suoi protagonisti, o ancora meno, di emozionarsi con essi.

Il che risulta un peccato, perchè ogni storia presentata ha un potenziale narrativo straordinario, che nelle mani di Anderson sarebbe a pieno sfruttato (e che fornirebbe materiale per almeno due pellicole).

Il film brilla in tutto ciò che è visivo, la sopraccitata regia e fotografia, ma anche la scenografia quasi fumettistica, i costumi che sposano le colour palette usate, fino al montaggio che incastra perfettamente la frammentarietà della pellicola.

In conclusione, l'anticonvenzionalità delle scelte narrative e la mancanza di un vero e proprio centro narrativo, rendono The French Dispatch un film difficile da capire (in stretto senso cinematografico) ma in cui lo stile wesandersoniano risplende come non mai e che soddisferà di certo i fan del regista texano in attesa del prossimo - segretissimo - progetto, che vedrà la luce il prossimo anno.







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