Qui rido io | Il film di Mario Martone che celebra Scarpetta con un grande Toni Servillo
Agli inizi del Novecento, nella Napoli della Belle Epoque, splendono i teatri e il cinematografo. Il grande attore comico Eduardo Scarpetta è il re del botteghino. Di umili origini, si è affermato grazie alle sue commedie e alla maschera di Felice Sciosciammocca. Il teatro è la sua vita e attorno a questo gravita anche tutta la sua singolare famiglia. Mogli, compagne, amanti, figli legittimi e illegittimi, tra cui Titina, Eduardo e Peppino De Filippo. Nel 1904, al culmine del successo, Scarpetta si concede un pericoloso azzardo; realizza la parodia de La figlia di Iorio, tragedia del più grande poeta italiano del tempo, Gabriele D’Annunzio.

Genere:Biografico, Drammatico
Anno:2021
Regia:Mario Martone
Attori:Toni Servillo, Maria Nazionale, Cristiana Dell'Anna, Antonia Truppo, Paolo Pierobon, Eduardo Scarpetta, Lino Musella, Roberto De Francesco, Gianfelice Imparato, Giovanni Mauriello, Iaia Forte, Roberto Caccioppoli, Chiara Baffi, Alessandro Manna, Lucrezia Guidone, Elena Ghiaurov, Gigio Morra
Paese:Italia, Spagna
Durata:133 min
Distribuzione:01 Distribution
Sceneggiatura:Mario Martone
Fotografia:Renato Berta
Montaggio:Jacopo Quadri
Produzione:Indigo Film e Publispei con Rai Cinema
Recensione:
Data di uscita in Italia 🗓️: 09 settembre 2021
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Voto: 7/10
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Genere📽: Biografico, Drammatico
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Eduardo Scarpetta, popolare e smisurato capocomico, è la star della Napoli tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento, capostipite della dinastia teatrale degli Scarpetta-De Filippo. Vive per il teatro e per mantenere i suoi figli.

Numerosi e illegittimi si passano come un testimone Peppiniello, personaggio simbolico di "Miseria e nobiltà". "Vincenzo m’è padre a me” riecheggia nei teatri napoletani. Uno zio riconosciuto e poi svelato come padre. L'ennesima testimonianza di come la vita e gli spettacoli di Scarpetta fossero una cosa sola. L'uomo e l'attore, la vestaglia o il costume da scena, un'infinita commedia in una vita piena di risate e ombre che tinteggiano la vita dell'autore.

Toni si destreggia con maestria in questo ruolo e come un one-man-show, centralizza l'attenzione e la bellezza di questa pellicola. Quando abbiamo visto il film e dopo la visione degli altri lungometraggi presenti a Venezia, se ci aveste chiesto chi avrebbe vinto la coppa Volpi, non avremmo avuto dubbi sull'assegnare il premio al noto attore originario di Afragola. Così non è stato, ma ciò non distoglie l'attenzione sull'imponente prova messa in atto da Servillo. Il film si concentra sulla figura di Scarpetta, proiettandoci sulla Napoli di inizio novecento, anzi sulla Napoli di Scarpetta, ad inizio novecento. Il contesto è vagamente accennato e oltre al famoso comico napoletano, vengono mostrati solo la famiglia e in una breve scena Gabriele D'annunzio.

Toni Servillo è letteralmente nel suo; con un personaggio nelle sue corde di cui sa esaltare ogni tratto e caratteristica. Alle prese con uno stile di recitazione di stampo ovviamente teatrale regala una prova che è un piacere per gli occhi. Notevoli anche le interpretazioni del resto del cast; Maria Nazionale è perfetta nel ruolo di Rosa, così come Eduardo Scarpetta junior tiene testa a Servillo nei panni di Vincenzo. Quello tra Scarpetta e Vincenzo è forse il rapporto cui Martone dà più risalto.

Attraverso questa relazione padre-figlio decisamente conflittuale, il regista dà spazio allo scontro tra il vecchio e il nuovo, il passato e il futuro. Interessante, senza dubbio, ma un piccola goccia in una centralizzazione totale della figura di Scarpetta, che nonostante gradevole, risulta vagamente pesante dopo le due ore e passa della pellicola.
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Recensione a cura di Matteo De Nicolò
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Grafiche a cura di Giulia Federici
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