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Old | Recensione del nuovo horror targato M. Night Shyamalan

Old è ambientato su una paradisiaca e isolata spiaggia tropicale, dove si trova per motivi diversi un gruppo di 13 persone eterogenee. Tutto sembra trascorrere al meglio fino a quando viene rinvenuto in mare il corpo di una donna senza vita. Il mistero si fa ancora più grande, quando il gruppo inizia a invecchiare velocemente senza una ragione, tanto che l’intera esistenza di ogni individuo rischia di ridursi spaventosamente ad un solo giorno. Il gruppo si rende presto conto che ciò che sembrava un paradiso si sta trasformando in un incubo. I protagonisti dovranno affrontare una corsa contro il tempo per cercare di salvarsi e sfuggire alla morte imminente.

Data di uscita:21 luglio 2021

Genere:Thriller

Anno:2021

Regia:M. Night Shyamalan

Attori:Eliza Scanlen, Thomasin McKenzie, Aaron Pierre, Vicky Krieps, Alex Wolff, Abbey Lee, Nikki Amuka-Bird, Gael Garcia Bernal, Ken Leung

Paese:USA

Distribuzione:Universal Pictures

Sceneggiatura:M. Night Shyamalan

Fotografia:Michael Gioulakis

Montaggio:Brett M. Reed

Musiche:Trevor Gureckis

Produzione:Universal Pictures, Blinding Edge Pictures

 

Recensione:

DATA DI USCITA IN ITALIA: 21/07/2021

VOTO: 6-

GENERE: Thriller, Horror

Il tempo è la merce più rara della nostra vita, ciò che ci permette di essere la persona che siamo, la cosa in grado di darci: esperienza, pensieri, ragionamenti e per poter elaborare una molteplicità di sentimenti. Sarà poi l’individuo a dover scegliere su come gestire il vero motore dell’esistenza, per lasciare un lascito che influirà nella vita che popolerà il mondo futuro. Ci sono state numerose pellicole trattanti tale argomento, con approcci differenti ed in contrasto tra loro, ad esempio “In Time” (pellicola mediocre che però tratta il tempo in maniera interessante, come una “merce” eccessivamente commerciata e mal distribuita all’interno della società) oppure “Interstellar” (dove il tempo viene concepito come relativo e le emozioni umane sono in grado di superare la concezione dello spazio-tempo).

La pellicola “Old”, tratta dalla graphic novel “Castello Di Sabbia”, va a trattare il concetto del tempo in maniera, sì angosciante, ma con un forte approccio amano. Il regista M.N.Shyamalan (ripresosi dopo gli scivoloni di “The Lady In The Water” e “L’Ultimo Dominatore Dell’Aria”) ritorna con un film corale e molto cupo, con la conseguente necessità da parte dell’autore di cercare un nuovo stile. Uno stile caratterizzato da riprese molto larghe ma claustrofobiche, primi piani angoscianti, scene crude e dialoghi (eccessivamente) grotteschi, con una continua ricerca della narrazione simil-scientifica, destinata a sfociare nelle espressioni della vita umana. Probabilmente è il film più umano dell’autore, poichè volenteroso di dimostrare la nostra incapacità nel saper trattare male il tempo, del parlare della vecchiaia e dei rapporti interpersonali.

I personaggi all’interno della storia sono ben allestiti ed ognuno di loro è caratterizzato molto bene, con dialoghi (seppur piatti) che calzano a pennello esaltando la loro personalità: un fattore sicuramente positivo, conferita dalla coralità narrativa dei personaggi, impegnati a trovare una via di fuga interagendo tra le varie personalità. Oltre a ciò le varie scenografie sono particolarmente suggestive, ben allestite e vanno ad alimentare il forte livello di tensione per tutta la pellicola. Il pregio maggiore di “Old” è la sua capacità nel tenere sulle spine lo spettatore, illustrando una vicenda retorica che si dirama in un crescendo sempre più asfissiante. La costruzione della tensione avviene in maniera naturale e senza effettive problematiche. A discapito delle premesse positive, c'è una sceneggiatura essenzialmente piatta, con una storia che si basa maggiormente sulla visibilità a discapito di dialoghi zoppicanti ed eccessivamente grotteschi.

Una sceneggiatura che si importa sull'essere retorico, tentativo apprezzato ma che mal si assortiscono con gli aspetti citati in precedenza. A non aiutare ciò è sicuramente il finale: immediato, superficiale, svogliato. Un vero peccato, poiché il plot twist è uno dei marchi di fabbrica dell'autore Shyamalan.

In conclusione, “Old” è un film che trascina lo spettatore in un vortice d'ansia perenne, nel quale c'è il continuo porsi di interrogativi relativi sulla trama e della propria gestione del tempo. Un lungometraggio che, nonostante le varie forzature ed omissioni narrative, riesce di certo ad intrattenere, portandosi con sé però troppe perplessità; una condizione causata in special modo da un pessimo finale che lascia uno spettatore scontento mentre esce dalla sala cinematografica. Da Shyamalan, visti i precedenti, potevamo aspettarci di peggio, ma anche molto di meglio.

Recensione a cura di Lorenzo Batocchi

Grafiche a cura di Giulia Federici

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