Purtroppo pochi giorni fa, esattamente il 26 gennaio, è morto, precipitando col suo elicottero privato, uno dei più grandi cestisti della storia dell'NBA: Kobe Bryant. Nel 2016, al termine della stagione sportiva, si è ritirato e, per l'occasione, ha scritto una lettera d'addio direttamente allo sport che lo reso famoso in tutto il mondo, il basket appunto. Da queste parole, è nato un corto cinematografico, intitolato "Dear basketball", che ha vinto, nell'edizione del 2018, l'Oscar come "miglior cortometraggio d'animazione" ed è proprio così che noi vorremmo ricordarlo.
Le parole del corto sono esattamente quelle della lettera; parole profonde e sincere in cui traspare tutto l'amore e la passione che Kobe Bryant provava mentre giocava a basket. Nel corto, che dura poco più di 4 minuti, viene mostrato un continuo parallelismo tra il giovane e l'adulto Kobe che, però, è cambiato solo fisicamente perché la sua passione, la sua grinta e la sua volontà di giocare a pallacanestro resta immutata nel tempo e, anche se dovrà lasciare i palazzetti a causa dell'età, sarà sempre disposto a fare qualche partita perché è ciò che ama fare di più al mondo. Infatti la lettera è un addio nei confronti del mondo professionistico e un semplice arrivederci al basket. Per quanto riguarda la parte tecnica, questo corto si può definire un piccolo gioiello. I creatori hanno utilizzato una tecnica abbastanza particolare infatti è come se avessero digitalizzato dei disegni, non troppo complessi, fatti a mano in cui si passa continuamente dal Kobe adulto che vince i campionati NBA a quello giovane che gioca nella sua cameretta con delle calze arrotolate come pallone finché, alla fine, si uniscono in un tutt'uno per farci capire come il basket abbia sempre occupato un posto importante della sua vita privata e professionale. Sono 4 minuti veramente intensi che, a causa della sua morte, purtroppo diventano ancora più toccanti e strazianti. R.I.P. Kobe •
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Articolo a cura di Ivan Luis Sulle
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