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Il grande sonno | Recensione, cast e trama

Philip Marlowe, un poliziotto privato, deve scoprire chi si cela dietro i ricatti alle figlie del vecchio generale Sternwood e al misterioso omicidio nella villa di Geiger.



Regia:Howard Hawks

Attori:Humphrey Bogart, Lauren Bacall, John Ridgely, Martha Vickers, Dorothy Malone, Bob Steele, Charles D. Brown, Louis Jean Hedyt, Peggy Knudsen, Joy Barlowe, Sonia Darrin, Tom Fadden, Theodore von Eltz, Tom Rafferty, Elisha Cook Jr., Regis Toomey, Charles Waldron

Paese:USA

Durata:113 min

Distribuzione:WARNER BROS - WARNWER HOME VIDEO, FONIT CETRA VIDEO, SIRIO HOME VIDEO, GRUPPO EDITORIALE BRAMANTE (GLI SCUDI)

Sceneggiatura:William Faulkner, Jules Furthman, Leigh Brackett

Fotografia:Sidney Hickox

Montaggio:Christian Nyby

Musiche:Max Steiner

Produzione:WARNER BROS PICTURES, FIRST NATIONAL PICTURES


Recensione:

Data di uscita in Italia 🗓️: 1946

Voto: 9/10

Genere📽: Giallo, Noir

Pro🔝Philip Marlowe è un investigatore privato a cui viene assegnato il compito di

indagare su alcuni ricatti ai danni delle figlie del generale Sternwood. Affascinante e

misteriosa Vivien, bambinesca e capricciosa Carmen, Marlowe realizzerà ben presto

che il caso è più contorto del previsto.

Pur essendo tratto da un romanzo di Raymond Chandler, la sceneggiatura è stata

affidata al genio creativo di uno dei più influenti scrittori del ventesimo secolo,

William Faulkner. La grandezza del suo lavoro è ravvisabile nei frequenti e serrati

botta e risposta tra i personaggi che stanno sempre alla larga dalle battute più scontate

e monotone. A Chandler invece va il merito per l’organizzazione generale della trama

del giallo, intricata perché si sviluppa su dei binari che all’inizio sembrano paralleli

ma che alla fine si ricongiungono sapientemente, quello dei ricatti del libraio Geiger e

quello della misteriosa dipartita del protetto di Sternwood, Sean Reagan. Il tutto si

svolge in una Los Angeles tetra, piovosa, antitetica alla Hollywood solare dei coevi

musical. Le tinte sono quelle del noir, un genere che sarebbe nato proprio grazie alla

svolta rappresentata da questo capolavoro del 1946, e che ha la sua ragion d’essere

nei cupi contrasti tra il bianco e il nero.

Dietro la macchina da presa stava Howard Hawks, il regista-fantasma per definizione.

La caratteristica distintiva del suo stile, portata all’estremo in questa pellicola, è il

minimalismo delle inquadrature e dei movimenti di macchina che consente allo

spettatore di non notare la presenza del regista e di immergersi nell’inganno del

cinema. A beneficiare di questo stile di ripresa sono spesso gli attori, in questo caso

Humprey Bogart. A lui il merito di aver ridisegnato la figura del protagonista nei film

gialli e di aver impersonato per la prima volta il detective hard-boiled, qualcuno che

non dipende dalla polizia, da un modus operandi ben preciso o da una legge; lavora

da solo e alla compassata deduzione logica, tipica del giallo classico, preferisce

l’azione in prima persona; dipendente dal whiskey e dalle donne che non sanno

resistere al suo fascino cinico. Bogart era affiancato sul set dalla dark lady per

eccellenza, Lauren Bacall. I due si erano sposati da poco e la loro intesa erotica

aleggia con una delicatezza nemmeno troppo velata (in barba al codice Hays) durante

alcune battute memorabili.

Contro❌: sarebbe a dir poco pretenzioso trovare delle pecche oggettive in una pellicola

come questa ma, analizzando un film di sessantasei anni fa, è inevitabile filtrarlo

attraverso la nostra sensibilità per vedere come questo è resistito attraverso gli anni.

Sicuramente, le scene in cui l’azione si fa più concitata potrebbero strappare persino

una veloce risata per quanto le scazzottate siano palesemente finte. Inoltre, la

complessità della trama potrebbe risultare ardua da sbrogliare per chi si avvicina per

la prima volta a questo genere di pellicole. C’è da dire però che senza una vicenda

così contorta, molto del mistero che rende così affascinante Il grande sonno andrebbe

perso. Spegnete le luci di casa vostra e lasciatevi andare; i dettagli investigativi

potrete recuperarli in un secondo momento ma, nel frattempo, vi sarete goduti

comunque uno dei film più magici della storia del cinema.

Recensione a cura di Matteo Angelica

Grafiche a cura di Giulia Federici

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