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HOUSE OF GUCCI | RECENSIONE DELL’ATTESO FILM DI RIDLEY SCOTT

Il 01 dicembre abbiamo assistito all’anteprima del nuovissimo e a lungo chiacchierato ‘’House Of Gucci’’, che arriverà nelle sale cinematografiche italiane il prossimo 16 dicembre. Adattamento cinematografico dell’omonimo libro scritto da Sara Gay Forden e ispirato a fatti realmente accaduti, la pellicola racconta la storia della famosa casa di moda italiana attraverso i membri che ne hanno fatto parte, soffermandosi in particolar modo sugli eventi che portarono all’omicidio di Maurizio Gucci per mano della sua ex moglie Patrizia Reggiani. Ecco la recensione.


Anno: 2021

Regista: Ridley Scott

Attori: Adam Driver, Lady Gaga, Jeremy Irons, Al Pacino, Jared Leto, Salma Hayek, Jack Huston, Camille Cottin, Madalina Ghenea, Reeve Carney

Paese: USA

Durata: 157 min

Distribuzione: Eagle Pictures

Sceneggiatura: Roberto Bentivegna

Fotografia: Dariusz Wolski

Montaggio: Claire Simpson

Produzione: Metro Goldwyn Mayer, Scott Free Production

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RECENSIONE

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Data d’uscita in Italia: 16 dicembre 2021

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Voto: 8

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Genere: Drammatico, Thriller, Biografico


‘’House of Gucci’’ è un film che racchiude in sé molte storie e al contempo molte tematiche, che convergono però senza dubbio in un unico punto comune, ossia la brama di successo e tutti quei processi che risultano, seppur sbagliati, necessari per ottenerlo secondo i protagonisti della vicenda. Il lungometraggio copre così un lasso di tempo di quasi un ventennio, per raccontare ascesa e discesa di una famiglia, gli alti e bassi di quello che hanno passato, il desiderio di fama, le gioie, tristezze e vendette che hanno caratterizzato la loro vicenda. Se superficialmente si vede oro e sfarzo, scavando a fondo vengono a galla i problemi che caratterizzavano la famiglia di una delle griffe italiane più famose al mondo. Nonostante la quantità innumerevole di storie che nella durata del discorso narrativo vengono presentate, quella principale risulta essere il matrimonio tra Maurizio Gucci e Patrizia Reggiani e le dinamiche interne ad esso. Le altre vicende fungono così come un contorno necessario per capire il perché di una serie di azioni che si vedranno in seguito.



Grazie alle scelte narrative e di regia, tutti i personaggi trovano il loro spazio e la loro caratterizzazione e vengono mostrati lati della loro personalità in modo vero e sincero. Il personaggio di Patrizia Reggiani è però la vera protagonista della vicenda; appare come una donna subdola e con doppi fini riesce a trasmettere inquietudine anche solo attraverso le espressioni mimiche e sguardi, questo anche grazie alla sua interprete Lady Gaga. La recitazione è a livelli ottimi. Adam Driver è riuscito a calarsi nei panni di Maurizio Gucci magistralmente, donandoci un’interpretazione diversa rispetto alle sue solite, ma che riesce a cucirsi addosso senza alcun problema. Jared Leto e Al Pacino, rispettivamente padre e figlio nella pellicola, hanno una chimica palpabile e risultano essere i due personaggi che si dividono la maggior parte dei momenti comici del film.


La pellicola è come se fosse divisa in due parti ben distinte: la prima, caratterizzata da momenti felici, una vera e propria ascesa di un nome così importante, con la presenza di innumerevoli momenti comici che in alcuni casi risultano essere fuori luogo ed eccessivi; e la seconda, dove i momenti di negatività, ma anche di confusione hanno la meglio, la sete di vendetta comincia a farsi strada insieme ai problemi nel matrimonio tra i due protagonisti, che avrà il suo culmine nell’omicidio di Gucci. L’atmosfera della Milano e della New York degli anni ’70-’80-’90, luoghi in cui il lungometraggio è ambientato, è ricreata perfettamente, merito anche dei costumi e della fotografia che contribuiscono a dare quel tocco di sfarzo in più alla vicenda. La regia è magistrale e Ridley Scott, mostra ancora una volta le sue abili doti come cineasta.



Alcuni elementi frutto di scelte sbagliate però sono presenti. Uno su tutti è l’utilizzo della colonna sonora, che in molti casi non è adatta con quello che viene mostrato nella sequenza, sminuendolo o illuminandolo con un’ottica diversa da quello che si intendeva rappresentare. Presenza importante e a volte eccessiva, è anche quella di stereotipi riguardo alla cultura italiana, che potevano essere tranquillamente evitati. Visto in lingua originale, la parlata inglese con accento italiano non è fluente, risultando abbastanza fredda e non realistica. Se la durata del film può sembrare eccessiva in realtà non lo è, e le quasi tre ore filano lisce senza alcun intoppo. Esperienza di visione da fare al cinema, il film sarà distribuito dal 16 dicembre prossimo.

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