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Halloween Kills: la recensione del nuovo capitolo della trilogia con Jamie Lee Curtis

La notte più lunga dell’anno per Laurie Strode continua, ma stavolta i residenti Haddonfield si organizzano per combattere Michael Myers e uccidere una volta per tutte il male.


Anno: 2021

Regia: David Gordon Green

Attori: Jamie Lee Curtis, Anthony Michael Hall, Judy Greer, Kyle Richards, Andi Matichak, Dylan Arnold, Nick Castle, Robert Longstreet, Charles Cyphers, Omar J. Dorsey, Nancy Stephens

Paese: USA

Durata: 106 min

Distribuzione: Universal Pictures

Sceneggiatura: David Gordon Green, Danny McBride, Scott Teems

Fotografia: Michael Simmonds

Produzione: Blumhouse Productions, Miramax, Rough House Pictures, Trancas International Films, Universal Pictures


Recensione:

Data di uscita in Italia 🗓️:21 ottobre 2021

Voto: 6+

Genere📽: Horror, Thriller

Il reboot, iniziato lo scorso anno con il primo film, continua con questo Halloween Kills che riprende la storia di Laurie e Michael da dove l’avevamo lasciata: bloccato in mezzo all’incendio appiccato dalla Strode, il feroce assassino trova la sua strada attraverso le fiamme per rinascere ancora più crudele e spietato di prima. Alla notizia che Myers è ancora vivo la cittadina di Haddonfield si organizza per combattere il mostro. La novità portata alla luce da questo capitolo è proprio la reazione psicologica di tutti coloro i quali hanno convissuto con i fantasmi degli omicidi di quarant’anni prima alla notizia del ritorno del loro peggior incubo. Una folla grida all’unisono “il sistema ha fallito”, una dichiarazione che non può non far pensare alla pessima gestione di casi come l’assedio al Campidoglio e la sparatoria a Las Vegas nel 2017. Tornando indietro nel tempo e restando in tema serial killer, anche il caso di Ted Bundy suscitò clamore presso la popolazione che si organizzò in gruppi indipendenti per dare lui la caccia dopo la famosa fuga dal tribunale. È molto accurata, dal punto di vista psicologico, la rappresentazione del comportamento delle folle che agiscono mosse da sentimenti estremi che poco hanno a che vedere con la ragione e la razionalità. Per stavolta la mostruosità non è limitata al solo Myers ma anche alle vittime, plagiate da una paura che sembra essere ancora più reale di Myers stesso.

I fan di lunga data della serie saranno contenti di sapere che Michael Myers è inquietante come sempre: spietato, statuario, forte, inespressivo, spettrale, al confine tra uomo e demonio. Il resto dei personaggi, fatta eccezione per Laurie, è molto scarsamente caratterizzata e i dialoghi sono solo una noiosa e ripetitiva pausa tra un massacro e l’altro. Anche dal punto di vista della regia le sequenze più interessanti sono quelle in cui assistiamo alla caccia. La classica colonna sonora, composta prevalentemente da inquietanti note alte al piano, accompagna i movimenti di macchina che seguono i personaggi attraverso gli spazi chiusi in cui si consumano gli omicidi, sempre più brutali e gore (il capitolo originale è stato realizzato senza mostrare sangue).

I problemi principali del film riguardano eventi poco verosimili che nemmeno si prova a spiegare. Un esempio di queste magagne riguarda l’inizio del film, la fuga di Michael Myers dall’incendio e il successivo scontro con i pompieri. Ci sarebbe piaciuto che il presupposto su cui si basa l’intero film avesse avuto una chiarezza maggiore ma, a quanto pare, gli sceneggiatori non sono riusciti a giustificare l’evento come avrebbero dovuto.

Inoltre, è un peccato che la presenza di Jamie Lee Curtis sia davvero marginale, limitata a scene d’intermezzo e mai nel vivo dell’azione. Questa scelta conferma la sensazione di stare assistendo ad una pellicola girata per spianare la strada al già annunciato capitolo finale: Halloween Ends.

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