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GLI OCCHI DI TAMMY FAYE | RECENSIONE DEL FILM CANDIDATO AGLI OSCAR

1952. Tammy Faye, ancora bambina, ha una folgorazione in chiesa mentre sta guardando il crocifisso. Nel 1960, al North Central Bible College a Minneapolis conosce Jim Bakker, che diventerà suo marito e con il quale avrà due figli. Nel corso degli anni '70 e '80 la coppia crea il più famoso canale televisivo religioso degli Stati Uniti che diventa il punto di riferimento per molti fedeli con il loro programma The PTL Club.


Anno: 2021

Regista: Michael Skowalter

Attori: Jessica Chastain, Andrew Garfield, Vincent D'Onofrio, Cherry Jones, Fredric Lehne

Paese: U.S.A.

Durata: 126 minuti

Distribuzione: the walt disney company italia

Sceneggiatura: Abe Sylvia

Produttori: Jessica Chastain, Kelly Carmichael, Rachel Shane, Gigi Pritzker

Produzione: Searchlight Pictures, Freckle Films, MWM Studios, Semi-Formal Productions

Fotografia: Mike Gioulakis

Trucco: Randi Owens Arroyo, Renee Goodwin, Cecilia Verardi


RECENSIONE:

Data di uscita in Italia: 3 febbraio 2022

Voto: 7.5

Genere: biografico, drammatico


Dopo alcuni mesi dall'uscita americana, finalmente, "Gli occhi di Tammy Faye" arriva anche nelle sale italiane inserendosi nell'annuale "road to oscar" che culminerà il 27 marzo (giorno della premiazione). Tra streaming e cinema, quest'anno, il genere del biopic sta avendo un notevole successo ("Tick, tick...boom", "King Richard"...) e sicuramente "Gli occhi di Tammy Faye" si pone come il progetto più interessante e riuscito nel 2021 del genere in questione, sia per narrazione, nonostante alcuni difetti, che per il comparto tecnico.


Prima di qualsiasi analisi specifica, è importante evidenziare l'aspetto più interessante dell'intero progetto, ovvero l'evoluzione del comparto tecnico (principalmente trucco, scenografia e fotografia) con l'avanzare della trama. Infatti, con il trascorrere dei minuti, i due protagonisti diventano sempre più particolari, eccentrici, sopra le righe, quasi "grotteschi", e, siccome il film è visto dal loro punto di vista, il team tecnico della pellicola rappresenta il mondo che circonda i personaggi in maniera altrettanto esagerata, con forti colori pastello per le scenografie, trucco accentuato e, in generale, un'area quasi da sogno. Come se il mondo cambiasse esattamente come i protagonisti e, in questo modo, si comprende maggiormente il punto di vista di Tammy Faye e suo marito. Sotto questo punto di vista, il lavoro dei truccatori svolto sul personaggio interpretato da Jessica Chastain è sicuramente il più interessante. Infatti, inizialmente, la si vede nel volto e nel vestire molto pulita e semplice ma, col trascorrere degli anni, aumenta sempre di più l'utilizzo del trucco, anche quello permanente, a rappresentare l'allontanamento dalla sua controparte giovane e genuinamente devota. Perciò il trucco rappresenta esteriormente la sempre maggiore falsità interiore nonostante una parte di lei sia ancora lì, sotto chili e chili di trucco. Come accennato sopra, anche le location sono interessanti perché rispecchiano i due lati dei protagonisti: da una parte lo sfarzo e la ricchezza mentre, dall'altra i colori pastello ed esagerati (simili al trucco). È come se si volessero rappresentare case sì incredibili ma false siccome sono state acquistate con i soldi della chiesa.


Però, se il comparto tecnico è pieno di spunti interessanti, la sceneggiatura può essere soggetta a critiche. La pellicola è tratta dal documentario del 2000 incentrato sulla coppia di tele-predicatori e il lavoro dello sceneggiatore è certamente buono siccome tutti i passaggi fondamentali della narrazione sono chiari e sufficientemente approfonditi (per quanto, si possa racchiudere la vita di due persone in sole due ore) ma le tematiche toccate e lasciate in superficie sono molteplici: l'omosessualità di Jim, il rapporto tra chiesa e politica, le conseguenze sull'intera famiglia...Spesso capita che, nei biopic, non si riesca ad inserire tutto il contesto rimanendo in superficie e qui succede solo parzialmente perché l'arco narrativo di Tammy Faye (protagonista del titolo) è soddisfacente e ben sfaccettato ma inevitabilmente il contorno rimane tale e non si va in profondità. Probabilmente, per la mole di tematiche e contenuti presenti in questa storia, sarebbe stato meglio realizzare una miniserie così da avere 8/10 ore per sviscerare pienamente le faccende, soprattutto perché, anche quel poco che si vede di alcuni argomenti, risulta interessante.


In conclusione, "Gli occhi di Tammy Faye" si pone come un ottimo biopic, ricco di tematiche attuali, che non si limita a narrare le vicende così come sono avvenute ma cerca sempre di dare spunti interessanti attraverso vie alternative come il trucco e le scenografie, nonostante alcuni passaggi narrativi poco approfonditi.

P.S. la pellicola è stata candidata, pochi giorni fa, a ben due categorie degli Oscar come "miglior trucco e acconciatura" e "miglior attrice" a Jessica Chastain.

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