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Cattive acque | Recensione

La storia vera dell'impegno civile di Rob Bilott, avvocato di Cincinnati che da paladino dell'industria della chimica si scopre loro accusatore in una crociata ventennale. Alla fine degli anni novanta Rob è appena diventato socio nel suo studio legale, e si gode una tranquilla vita familiare con la moglie Sarah e un figlio appena nato. Ma una visita in ufficio da parte di Wilbur Tennant, un contadino della Virginia conoscente di sua nonna, gli cambia la vita per sempre: gli animali della fattoria si comportano in modo strano, e Tennant è convinto sia colpa dell'acqua del lago a cui si abbeverano. La stessa in cui il colosso della chimica Dupont sta scaricando rifiuti tossici da decenni.



Data di uscita:20 febbraio 2020

Genere:Drammatico

Anno:2019

Regia:Todd Haynes

Attori:Mark Ruffalo, Anne Hathaway, Tim Robbins, Bill Camp, Victor Garber, Mare Winningham, William Jackson Harper, Bill Pullman, Louisa Krause, Kevin Crowley, Daniel R. Hill, Denise Dal Vera

Paese:USA

Durata:126 min

Distribuzione:Eagle Pictures

Sceneggiatura:Mario Correa

Fotografia:Edward Lachman

Produzione:Killer Films


Recensione:

Data di uscita in Italia 🗓️: 20 febbraio 2020

Voto: 7.5/10

Genere📽: drammatico, biografico

Pro🔝: Tratto da un'inchiesta giornalistica, sviluppato dalla star attivista Mark Ruffalo e animato dall'animo sociale di riscatto che riecheggia negli ultimi tempi negli Stati Uniti, "Cattive acque" si muove e si sviluppa verso la denuncia della corruzione Americana troppo spesso ignorata e sottovalutata.

Una storia vera, appassionata e dolorosa, girata in maniera assolutamente funzionale al contesto narrativo. Haynes va a cercare il veleno invisibile nel cuore della famiglia americana e lo trasporta sul grande schermo tramite delle immagini bluastre perennemente cupe e tristi che rimandano direttamente alla tossicità della storia, dell'immagine e dell'aria. Lo spettatore sente una sensazione di malessere dentro di lui, avvelenato da una storia che non sembra aver giustizia e da un immagine soffocante che non schiarisce mai.

Mark Ruffalo abita il corpo modesto e sofferente di Bilott con la consueta plasticità, riuscendo a mostrarci sia il dolore di un uomo che dedica la vita ad una missione impossibile, pagandone inevitabilmente le conseguenze, sia la forza e la dedizioni di colui che nonostante tutto non molla, anche quando lasciar perdere era l'unica alternativa plausibile e tutto questo solo per fornire un megafono a quelle voci che troppo spesso vengono imbavagliate e ignorate.

Accanto al protagonista Tim Robbins e Anne Hathaway interpretano un capo e una moglie che alternano egregiamente supporto e pressione.

Una storia che nonostante la luce di chi ancora ha le forza di combattere, annichilisce ogni speranza, avvelenata da un capitalismo estremo in cui pentole antiaderenti e moquette del pavimento sembrano più importanti della vita delle persone. Un ideale più resistente del PFAS destinato per sempre a rimanere nel nostro corpo e nella nostra mente.

Contro❌: Ad un convincente messaggio di denuncia sociale e umana si contrappone però la totale assenza di ritmo e di una vera emotività che colpisca a pieno lo spettatore. Sono spesso le inquadratura e il contesto a creare angoscia in chi guarda, più che la sofferenza e i dialoghi dei protagonisti. Il ritmo del racconto segue un passo perennemente distimico, con molte situazioni probabilmente sorvolabili e superflue. Anche le lunghe inquadrature dei viaggi in auto, anche se contribuiscono alla trasposizione di un clima avvelenato, rallentano incredibilmente il racconto rischiando di vanificare il lavoro generale della storia. Inoltre alcuni momenti sono un po’ tediosi, soprattutto nei momenti in cui si parla di Carbonio e Fosforo, ma sicuramente spiegare la chimica al cinema non è facile.


Recensione a cura di Matteo De Nicolò

Grafica a cura di Giulia Federici

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